sabato 23 marzo 2013

L' insaziabile Carniacque si accoppia con Equitalia

    Dismessa la maschera accomodante del Presidente Roberto Pittoni, Carniacque bussa perentoriamente alle porte delle famiglie carniche con un pacco di ingiunzioni di pagamento firmate dal suo A.D. Michele Mion ed emesse da Equitalia al completo di sovrattasse e diritti di notifica.



    La strada della riscossione dopo un tentativo andato a vuoto fatto attraverso le missive di una società di recupero crediti costituita ad hoc, si sposta sul sicuro: O paghi o arriva l' ufficiale giudiziario. "Somme dovute all' Ente" recita la cartella. Ma l' ente é una società per azioni che si é sostituita d' imperio alla virtuosa gestione dell' acqua, fino e pochi anni fa competenza dei comuni della nostra montagna che hanno sempre operato con soddisfazione di tutti gli utenti.



    Scritte sull' acqua dunque le rassicurazioni fatte da Pittoni durante l' incontro con i Comitati tenutosi l' anno scorso a Paluzza: Carniacque vuole i suoi soldi e li avrà. Poco importa se il canone di depurazione viene richiesto per una fognatura sprovvista di depuratore o se le bollette dell' acqua (furbescamente trasformate da annuali in semestrali tanto per confondere) sono aumentate di tre-quattro volte rispetto alla gestione Comunale del medesimo servizio. “Sempre troppo poco” per l' Amministrare delegato che ritiene di regalarla l' acqua quando esibisce le cifre ed evidenzia che in altre zone il servizio é ancora più costoso, come se non fosse chiaro il gioco: le società fanno cartello per dare ad intendere che un bene collettivo adesso passa a pagamento malgrado l' esito referendario.



    Del resto, se Carniacque fosse stata un' invenzione di cui andar fieri, fatta per il bene della gente, sarebbe stata presentata alla popolazione nel 2001, data della sua costituzione, invece tutto é stato fatto di soppiatto, anzi in origine la società annoverava anche alcuni privati che con ogni evidenza avevano fiutato l' affare.
   In un secondo tempo i privati sono usciti per non rendere troppo palese l' espoprio fatto, ma sono li in attesa, pronti a ritornare per rilevare le quote non appena i Comuni, affamati dal patto di stabilità dovranno vendere tutto quanto possiedono.



    E per quelli che cianciano che l' esistenza di questo "carrozzone" ci é stata imposta dall' Europa, resta sempre valido il mio invito: Si prende un appuntamento con il Sindaco della Lesachtal giusto qua dietro e chi é in buona fede viene con me a vedere come gestiscono gli altri europei l’ acquedotto e il depuratore di un paese di montagna.

   GIU' LE MANI DALL' ACQUA - PRIMO ED ESSENZIALE BENE COMUNE!


   

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